Notule
(A cura di
LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)
NOTE E NOTIZIE - Anno XVI – 21 settembre 2019.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org
della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia”
(BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi
rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente
lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di
pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei
soci componenti lo staff dei
recensori della Commissione Scientifica
della Società.
[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]
Scoperto il meccanismo e l’efficacia
dell’esperetina nel glioblastoma. Il
glioblastoma è il più grave e aggressivo dei tumori cerebrali, e la sua terapia
rimane ancora notevolmente problematica. L’esperetina è un flavanone -
una forma agliconica dell’esperidina dalla quale è stata ottenuta per idrolisi
nel 1928 - naturalmente presente negli agrumi e provvista di proprietà
antiossidanti, antinfiammatorie e anticancro. Li e colleghi hanno scoperto che
l’esperetina può indurre apoptosi, ossia morte cellulare programmata, nelle
cellule del glioblastoma attraverso l’attivazione della via p38 MAPK e, per
tale azione, può candidarsi quale nuovo farmaco. [Li Q., et al. Nutr Cancer Jul 11: 1-8, 2019].
Nel cancro del seno l’innervazione
parasimpatica rallenta e l’ortosimpatica accelera la progressione. Atsunori Kamiya e colleghi hanno
manipolato con tecniche genetiche l’innervazione autonoma di modelli murini di
cancro del seno, scoprendo che la denervazione
simpatica e la stimolazione parasimpatica sono in grado di sopprimere la
crescita e la progressione tumorale. Se confermati, i risultati di questo
studio potranno portare ad una nuova terapia del carcinoma mammario. [Kamiya A., et al. Nature Neuroscience
– AOP doi: 10.1038/s41593-019-0430-3, 2019].
Nella SLA la riduzione di ephrin-A5
accelera la progressione della malattia. Nella sclerosi laterale
amiotrofica (SLA), grave patologia neurodegenerativa che interessa i
motoneuroni superiori della corteccia e inferiori di tronco encefalico e
midollo spinale, è stato individuato un fattore genetico che modifica l’espressione
del fenotipo, costituendo una delle cause della nota eterogeneità clinica. Rué
e colleghi dell’Università di Lovanio (Belgio) e dell’Università di Ulm (Germania)
hanno scoperto che una ridotta espressione di ephrin-A5 – un ligando di EphA4 –
accelera la progressione della SLA, sia in modelli murini (SOD1G93A) sia nella
realtà clinica della malattia umana. Gli autori dello studio avevano in
precedenza riconosciuto un ruolo di EphA4 nella SLA e ora, combinando i dati
ottenuti in questa sperimentazione con quelli precedenti, deducono che vari
membri del sistema Eph-ephrin possano contribuire alla fisiopatologia
della malattia del motoneurone. [Rué L., et al. Acta Neuropathol Commun. 7
(1): 114. AOP doi: 10.1186/s40478-019-0759-6, July 12, 2019].
Scoperto nella sclerosi multipla il danno autoimmune di neuroni di proiezione. Potrebbe spiegare la riduzione
volumetrica del cervello e le alterazioni cognitive associate alla sclerosi
multipla (SM) un meccanismo autoimmune che colpisce specificamente neuroni
di proiezione cerebrali, mai identificato in precedenza. Lucas Schirmer e
numerosissimi colleghi hanno impiegato il sequenziamento RNA da singolo nucleo
per valutare i cambiamenti di espressione in varie linee cellulari nelle
lesioni SM, e hanno validato i risultati utilizzando l’ibridizzazione in
situ multiplex. [Schirmer L., et al.
Neuronal vulnerability and multilineage diversity in multiple sclerosis. Nature
AOP – doi: 10.1038/s41586-019-1404-z, 2019].
Psicosi e agitazione da derivati
della cannabis più gravi nelle donne che negli uomini. Uno studio, condotto da Nia e
colleghi su un totale di 983 pazienti ricoverati in unità psichiatriche, ha
rilevato nel sesso femminile conseguenze più gravi per l’assunzione di derivati
sintetici della cannabis. Infatti, le molecole cannabinoidi hanno indotto agitazione
nel 73.7% delle donne, contro il 47.6% degli uomini, e accresciuto il numero
delle ricoverate di sesso femminile affette da sintomatologia psicotica. La percentuale
delle donne psicotiche era infatti molto bassa, ma con l’assunzione delle
molecole psicotrope è giunta al 79%, quasi eguagliando quella maschile (80%) che
era già alta nel campione. [Nia A.B., et al. J Clin Psychiatry 80 (4) Jul 2,
2019].
Ruolo delle latrofiline nella fisiologia e nella patologia neuronica. Le latrofiline
costituiscono una nuova famiglia di proteine di adesione accoppiate a proteine
G, inizialmente scoperte come recettori della tossina del ragno α-latrotossina (ragni Latrodectus)
e poi identificate quali protagoniste in processi dello sviluppo del cervello e
nella fisiopatologia di disturbi neuronici e non neuronici. Le latrofiline
agiscono in associazione con altre molecole di adesione cellulare e sembrano svolgere
un ruolo di conduzione di questa rete molecolare. Burbach e Meijer hanno
focalizzato la loro attenzione sulle principali partner delle latrofiline,
ossia teneurine, FLRT e contactine, riconoscendo il ruolo
centrale delle latrofiline. I due ricercatori olandesi sostengono che le latrofiline
controllano la rifinitura delle proprietà sinaptiche di specifici sub-tipi di
neuroni, richiedendo specifiche combinazioni di proteine. [Burbach J. P. H. & Meijer D. H., Latrophilin’s Social Protein Network.
Front Neurosci. 13: 643 - AOP doi: 10.3389/fnins.2019.00643 eCollection 2019].
Individuati i dinosauri più piccoli,
dopo quelli giganteschi dalla stazza equivalente a quella di 14 elefanti. Da orme lunghe un centimetro impresse
in Corea del Sud 110 milioni di anni fa, in forma di “11” per la pressione di
due dita per zampa, Kyung Soo Kim dell’Università Nazionale di Chinju, Anthony
Romilio dell’Università del Queensland (Australia) e colleghi hanno identificato
i più piccoli esemplari della famiglia Dromaeosauridae, che include il Velociraptor
mongoliensis reso famoso da Jurassic Park. Se verifiche analitiche su
ossa fossili consentiranno di escludere che si tratti di piccoli, sarà
confermata la scoperta della specie fossile non aviaria con la minore taglia in
assoluto.
Recentemente era stato scoperto un autentico titano dei dinosauri, dalla
massa corporea dieci volte più grande di quella del Tyrannosaurus rex e
corrispondente a 14 elefanti, per 77 tonnellate di peso: Patagotitan mayorum.
L’interesse neuroscientifico è principalmente legato allo studio delle
soluzioni dei problemi biologici che il sistema nervoso di questi rettili ha trovato
nel corso dell’evoluzione. Si pensi alla propagazione del potenziale d’azione lungo
l’assone di un motoneurone di un piccolo esemplare delle Dromaeosauridae
e lungo l’assone omologo, ma lungo vari metri, di un Patagotitan mayorum.
La scoperta di tutti gli aspetti nelle differenze di adattamento, sulla base
del comune modello biologico dei sauropsidi diapsidi, potrà chiarire su quali
leve ha fatto perno l’evoluzione per assicurare parametri adeguati, quali una
velocità di conduzione tale da garantire reattività e comportamento efficienti ai
fini di sopravvivenza e riproduzione.
[Cfr. John Pickrell, Tiny Dino. Scientific American 320 (4): 11, 2019; cfr.
Annie Garau, The New Biggest Dinosaur Ever Has Been Found and It’s 10 Times Larger
Than A T-Rex. ATI, updated June 25, 2019].
L’era del cervello dovrebbe essere un’epoca di coscienza e
responsabilità, ma il disastro della foresta amazzonica mostra quanto sia
distante questo obiettivo globale. La nostra società scientifica,
attraverso l’impegno culturale del seminario permanente sull’Arte del Vivere,
sostiene da anni la tesi secondo cui la conoscenza neuroscientifica dovrebbe
contribuire al progresso morale e civile delle società umane, oltre che alla
crescita individuale. Il sapere scientifico sull’uomo, accanto a quello
umanistico e spirituale, può contribuire ad accrescere la consapevolezza di un’identità
biologica comune in continuità con la natura, quale realtà a supporto di un
profondo senso di responsabilità collettiva. L’impresa di coltivare e
sviluppare questi valori e, soprattutto, di riuscire a trasmetterli ad un mondo
appiattito sulla superficialità degli interessi e delle necessità contingenti,
quando non sulla barbarie della distruttività morale e sociale, appare spesso disperata,
in particolar modo quando si assiste a disastri quali quelli degli incendi
nelle foreste dell’Amazzonia.
Il Wwf ha calcolato che dal giugno 2018 al giugno 2019 sono andati
distrutti 760 km di foresta, corrispondente ad una perdita del 20% del bioma; gli
incendi di questi giorni hanno impresso una drammatica accelerazione a questa
preoccupante tendenza alla deforestazione globale, che minaccia il sostentamento
di 900 milioni di persone in oltre 100 Paesi in via di sviluppo. La foresta
amazzonica si estende per 6,7 milioni di chilometri quadrati, ossia una volta e
mezza la superficie dell’Europa, ma ora questo straordinario bioma si sta
drammaticamente riducendo. Un dossier della Caritas pubblicato in occasione del
primo settembre, Giornata nazionale per la custodia del creato proclamata
dalla Chiesa Cattolica in vista del Sinodo sull’Amazzonia in programma dal 6 al
27 ottobre, riporta: “Si è dato per scontato che le tematiche ambientali
fossero parte viva di una sensibilità universale, interiorizzate dall’individuo
come valori assoluti. E invece l’immensa contingenza della situazione è passata
in secondo piano e i problemi della deforestazione sono stati di volta in volta
banalizzati, sminuiti, procrastinati, delegati ad altri, relegati in qualche
nicchia o peggio ancora ignorati”.
Scienziati di numerose branche, anche dei maggiori istituti di ricerca
brasiliani, hanno aspramente criticato il governo del Brasile. Al fianco dei
ricercatori, nel 2014 la Chiesa brasiliana ha creato la Rete Ecclesiale Panamazzonica cui hanno aderito Bolivia, Colombia,
Ecuador, Guyana, Perù e Venezuela, ma sembra che al potere di moral suasion
di questa organizzazione siano refrattari non solo i delinquenti ambientali, ma
anche coloro che dovrebbero combattere cause e responsabili della distruzione.
L’intervento del segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, fa ben
sperare, almeno per quanto riguarda aiuti economici da parte delle Nazioni
Unite.
Il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, arcivescovo della
Chiesa Ortodossa, ha redatto e pronunciato un messaggio-appello congiunto con
Papa Francesco, il primo settembre del 2017; a due anni di distanza l’appello è
stato nuovamente presentato in questo mese, in occasione della XIV Giornata per
la Custodia del Creato.
Deve far riflettere il grande attivismo delle autorità religiose a fronte
del silenzio assordante di tante istituzioni civili e delle frasi di circostanza
senza volontà di azione pronunciate da tanti leader politici.
Notule
BM&L-21
settembre 2019
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